Poi, nel 2002, la svolta: quel grave incidente motociclistico che l'ha costretto per sempre su una sedia a rotelle: "All'epoca avevo 21 anni e tanti sogni. Quando mi sono fatto male la mia vita è cambiata radicalmente proprio nel momento in cui avevo di fronte tante possibilità". Un cambiamento improvviso che l'ha spinto a rimettersi in gioco: "Ho dovuto rimettere in discussione tutto. Ho lasciato la casa dei miei genitori e ho trascorso parecchio tempo in Sicilia, a Castelvetrano. Ho iniziato a girare per quei luoghi, osservandoli e assaporandone le caratteristiche ed è così che mi è venuta l'idea".
Nel 2008 quindi la decisione di acquistare un oliveto. "Un lavoro d'ufficio non ha mai fatto per me. Castelvetrano è sempre stata una terra rinomata per la coltivazione delle olive, in particolare la Nocellara del Belice, un prodotto di qualità superiore costretto a sopravvivere tra l'eccellenza e l'estinzione. Purtroppo ormai sono pochi i giovani che si dedicano all'agricoltura, si stanno abbandonando le terre, acquistate e coltivate con tanta fatica dai padri, che vengono svendute nonostante siano la ricchezza dell'Italia che da questo punto di vista ha un patrimonio inestimabile. Per quanto riguarda le olive ce ne sono oltre 400 varietà ad esempio. Dal mio punto di vista si tratta del nostro futuro. Mi dispiaceva e così ho deciso di difendere in prima persona un pezzettino di questo patrimonio".
E' così che ha deciso di avviare la produzione del suo olio "Sciavuru d'Aliva" (profumo d'oliva), conforme al disciplinare Dop Valle del Belice, di alta qualità, che produce personalmente e vende.
Una nuova mentalità che Gianfranco Tuoro continua a coltivare, con la stessa passione e tenacia che mette nella produzione del suo olio e che non l'ha mai abbandonato. Del resto i frutti migliori a volte non nascono soltanto dalla terra ma in primo luogo dalla testa dell'uomo.
Fonte: casateonline.it
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